Denis è virtualmente a Capodichino, scalo per arrivi e partenze d’una squadra quasi fatta: Calaiò piace al Cska di Mosca, Hamsik a mezzo mondo, e un qualche (ancora) ignoto esterno o centrocampista è destinato ad atterrare a Napoli. Intanto, per cominciare, Blasi, Zalayeta, Rinaudo e Maggio.
Un paio di colpi per inziare: e ora, Marino?
«Ora prendiamo fiato, perché il mercato prevede altri tre mesi di trattative. Blasi, Zalayeta, Rinaudo e Maggio erano priorità assolute della nostra strategia, dunque i colpi non sono un paio, ma quattro. Ma poi c’è dell’altro. Arriveremo in ritiro con l’organico completo».
Denis è quasi vostro.
«Non posso negare che è il centravanti che inseguiamo. L’ho visto sei mesi fa, lo viviseziono da tre. Mancano dettagli per la definizione, ma la trattativa è in fase avanzata. Solo che preferisco dilungarmi sui calciatori a contratti firmati. Di lui posso dirvi che m’ha colpito per la capacità di dialogo con Montenegro, la miglior seconda punta in Argentina. E l’ho immaginato al fianco di Lavezzi. Sa far reparto, è bravo di testa, sa partecipare alla manovra: l’ideale».
Quante volte le hanno chiesto Hamsik?
«Dall’Italia e dall’Estero, c’è sempre un tentativo. Andrò in giro con un cartello appeso al petto: non vendo Hamsik, non vendiamo i nostri gioielli. Non vendiamo neppure Navarro, perché il Napoli non ha necessità, di far cassa, di guadagnare un milione di euro a sei mesi di distanza dall’investimento. Noi crediamo in Navarro e siamo contenti se il Boca Juniors abbia pensato a lui. Ma Navarro non è cedibile».
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